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Prefazione

Gettare uno sguardo sulle vicende storiche dell'Associazione Filarmonica, "G. Puccini" significa attraversare centotrent'anni di storia del nostro paese, con tante complesse vicende, che in un arco di tempo così lungo ha visto scorrere e che sicuramente avrebbero bisogno di una trattazione più approfondita. Noi però, in questa che vuol essere principalmente una presentazione della nostra Associazione, non affronteremo dettagliatamente tale periodo ma con cenni rapidi e soprattutto nel suo complesso, cercheremo di visitarne gli aspetti essenziali e di legarli con le tappe più importanti della vita della Filarmonica che come vedremo per certi aspetti non secondari sono legati alle radici socio-culturali del nostro paese.Per quanto riguarda la ricerca di una documentazione attendibile non nascondiamo di avere avuto delle difficoltà soprattutto per il periodo che va dalla fondazione, (datata 1860), fino alla fine del secondo conflitto mondiale. Abbiamo avuto la possibilità di visionare alcuni annuari della parrocchia relativi proprio a quell'anno ed agli anni immediatamente successivi di chi abbia costituito il primo nucleo dell'Associazione, ci sono serviti per fotografare la realtà e in quale contesto sociale ebbe i natali. Un'altra preziosa fonte di notizie per i periodi più recenti sono state testimonianze di soci più anziani che con lucidità ci hanno trasmesso i loro ricordi.Ci auguriamo che la lettura di questa Storia, alternata da momenti felici e da altri molto difficili, vi permetta di comprendere l'importanza della nostra Associazione negli anni passati, ma vi aiuti anche a comprendere l'importanza di mantenerla in vita.

IL CONSIGLIO

Si presume che la popolazione di Molino del Piano, intorno al 1860, fosse quasi completamente dedita ad attività agricole, condizione del resto simile a borghi rurali dell'Italia centrale. Quasi tutte le attività si svolgevano nel paese o in zone limitrofe, scarse erano le comunicazioni; si trattava fondamentalmente di una società chiusa con condizioni di vita molto dure caratterizzate da lavori pesanti e dalla mancanza di istruzione.

La fondazione della società filarmonica "G. Puccini" venne favorita quindi da un contesto sociale in cui era forte la spinta al ritrovo ed alla comunione e questi elementi contribuirono a formare una realtà associativa diversa da quelle che già esistevano in quegli anni. Purtroppo per mancanza di documentazione non possiamo affermare con certezza quale era la sua forma iniziale e quali i suoi principi ma attraverso il primo statuto a noi pervenuto leggiamo:

Art. 1 Nel 1860 fu costituita in Molino del Piano, una società filarmonica sotto la denominazione Società Filarmonica G. Puccini, avente scopo ricreativo culturale ed assistenziale, in casi di riconosciuta necessità...

Se ne deduce quindi che fin dalla fondazione l'associazione prevedesse anche momenti di assistenza rivolti soprattutto alla comunità Paesana. La musica fu comunque la principale attività della neonata associazione ma, soprattutto fu un importante punto di riferimento e di divertimento per la gente di allora. La prima sede era situata in una stanza nella via principale del paese dove si svolgevano le prove del corpo bandistico. Per i membri del corpo bandistico il suonare uno strumento poteva anche significare, oltre che al bisogno di sentirsi uniti, una forma di riscatto dalle condizioni che caratterizzavano la vita di allora.

I primi anni del '900 furono segnati da eventi cruciali della storia contemporanea la cui eco giungerà lentamente anche nelle parti più periferiche delle nazioni europee: lo scoppio della rivoluzione d'Ottobre nella attuale CSI, la prima guerra mondiale, l'avvento del Fascismo. Anche se questi eventi arrivarono ad influenzare la vita del paese, rimaneva ancora forte lo spirito di organizzazione e la voglia di creare spazi sempre più ampi per il divertimento collettivo. E' in questo periodo che la sede sociale fu trasferita in Via della Torre, 7 dove oltre a gestire l'attività del corpo bandistico la Società organizzava serate danzanti con complessi musicali che venivano da paesi limitrofi e, visto l'esito positivo di queste manifestazioni, il passo successivo fu quello di avere una sede propria capace di accogliere un numero sempre maggiore di persone. Negli anni venti, iniziarono i lavori per la realizzazione del nuovo locale; il terreno fu atto di una donazione ed i soci vi lavorarono in un clima di grande solidarietà sfruttando la manodopera dei paesani dove ciascuno contribuiva con le proprie capacità.

L'avvento del Fascismo si fece sentire anche nel paese ed il locale venne ultimato in un clima assai diverso da come lo si era iniziato, Il partito Fascista si impossessò del locale costituendovi la sua sede ufficiale- (sede del fascio), e costruì la scalinata esterna dando al locale l'aspetto definitivo precedente all'ultimo ampliamento.

A partire dal periodo fascista e per tutto il secondo conflitto mondiale, l'attività dell'Associazione cessò del tutto per poi riprendere nel 1945 con la stesura del nuovo statuto. Dai verbali delle assemblee di allora si apprende che il nuovo consiglio si trovò a ricostruire l'Associazione in quanto tutti i documenti preesistenti, (compreso il primo statuto) erano andati distrutti.

Lo statuto del 1945 è senza dubbio un documento interessante e rileggendolo a distanza di anni si nota che il Consiglio che vi lavorò ispirato da quella forte idea di rinascita, abbia dato prova di lungimiranza tanto che gli scopi ispiratori di allora valgono anche a distanza di così tanto tempo; a tale proposito citiamo l'articolo N°l:

E' costituita in Molino del Piano una Associazione avente scopo ricreativo, culturale, assistenziale con carattere nettamente apolitico e la costituzione ed il mantenimento di un complesso bandistico…

Con la voglia di lasciarsi alle spalle la guerra e con essa l'assurda ferocia di quegli anni, il nuovo consiglio ritornò nel locale fortunatamente rimasto intatto dopo il conflitto. Oltre alla banda che riprese l'attività con rinnovata partecipazione, l'Associazione riprese anche le proiezioni cinematografiche già iniziate per un breve periodo prima della guerra. Il cinema stava per vivere il suo momento d'oro e anche la Filarmonica ne fu positivamente influenzata al punto che fu necessario prenotare i posti con largo anticipo rispetto alla serata di proiezione ma nonostante questo, data l'eccezionale frequenza, alcuni spettatori si portavano le sedie da casa.

Come è logico ritenere fu un periodo di floridezza economica grazie alla quale nel 1949 il consiglio decise l'ampliamento del locale aggiungendo al vecchio stabile la sala bar, la biglietteria e la nuova cabina di proiezione doppio uso: sia per proiezioni interne sia per proiezioni esterne durante il periodo estivo. Nella parte esterna fu realizzato un cinema all'aperto utilizzando lo spazio precedentemente adibito a pallaio. Dal dopoguerra in poi fino alla fine degli anni'50 l'Associazione ebbe un peso rilevante nella vita paesana e per questo non riuscì a rimanere estranea a condizionamenti politici, fondamentalmente però la sua identità, se ne fu intaccata, non ne fu stravolta; al contrario, emergeva una spiccata richiesta di autonomia anche nei confronti di altre realtà associative le quali si erano nel frattempo sviluppate. La Cooperativa di consumo, ad esempio, avanzò la proposta di costruire un ambiente unico dove svolgere tutte le attività paesane, ma in sede consigliare prevalse un rifiuto a suddetta unione, rifiuto dettato anche dall'attaccamento alla propria sede, infatti tutti i tentativi in seguito fatti per nuovi spostamenti hanno sempre incontrato una forte e decisa opposizione da parte dei membri del Consiglio.

Verso la fine degli anni '50 la situazione mutò rapidamente nel segno dei tempi nuovi. La diffusione della televisione, determinerà con l'andare del tempo quel cambiamento di costume maggiormente responsabile della crisi del cinema; di tale situazione ne risentiranno in maniera particolare le sale cinematografiche dei piccoli centri.

Alla fine del secondo conflitto mondiale il Consiglio si trovò nella condizione di dover riacquistare il locale dallo Stato poiché tutti i beni del partito Fascista erano passati di proprietà all'intendenza di finanza. Nel 1959, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, venne autorizzata la vendita ... in favore della Società Filarmonica del fabbricato demaniale per essere destinato in perpetuo a sede della Società stessa per l'attuazione delle sue finalità assistenziali, educative, ricreative. Nel caso di inadempimento delle predette clausole lo Stato si sarebbe ripreso possesso dell'immobile. Il prezzo per il riacquisto fu fissato in Lit. 3.500.000, da pagarsi in dieci rate annuali.

E' doveroso ricordare che questa operazione fu possibile grazie al sostegno finanziario personale del Presidente di allora il quale anticipo' una congrua somma che gli fu restituita negli anni successivi.

Nel 1961, con l'occasione di festeggiare i primi cento anni di vita della Società, fu inaugurata la sede sociale ritornata in possesso della popolazione. La festa si svolse al cospetto di autorità civili, militari e religiose con la donazione della Bandiera Tricolore da parte della Società alla locale stazione dei Carabinieri. La manifestazione rappresentò il momento culminante della Società, ma dal punto di vista finanziario non portò benefici anzi, proprio perché ottimamente riuscita, necessitò di molti investimenti a cui non fece seguito un adeguato rientro. Ad aggravare la situazione si aggiunse la perdita di attrattiva che esercitava nei confronti della gente il cinema il quale era diventato la colonna portante nei bilanci della Società in quegli anni.

La fine degli anni sessanta è senza dubbio uno dei momenti più difficili e anche se il consiglio riuscì, con l'aiuto delle varie associazioni ad acquistare finalmente il locale, era cessata del tutto quella spinta propulsiva che aveva caratterizzato la vita della Società negli anni passati. Questa situazione si protrarrà fino alla fine degli anni settanta, infatti, venendo a mancare l'apporto della sala cinematografica, anche la banda musicale si indebolì in modo costante e vennero assicurati soltanto i servizi in paese in occasioni delle tradizionali ricorrenze, i quali si effettuarono anche con l'apporto di musicanti esterni non senza notevoli difficoltà di reperimento. il corpo bandistico si ridusse a pochi elementi per arrivare infine a non poter garantire una presenza musicale nelle manifestazioni paesane.

Nel Gennaio 1978 l'assemblea dei soci deliberò il rinnovo dello statuto sociale e pur restando fondamentalmente fedele a quello precedente venne aggiunto un nuovo articolo il quale donò all'Associazione un ruolo in più di riferimento per il paese:

... Avanzare proposte all'ente pubblico e partecipare attivamente alle forme decentrate di gestione democratica del potere per un adeguata politica del territorio e per la utilizzazione e gestione sociale degli impianti e delle istituzioni culturali, turistiche, sportive, ricreative poste in essere dall'ente locale...

Favorito dal contesto storico in cui operava, caratterizzato da una nuova spinta aggregativa, il consiglio fu portatore di un rinnovato impegno e di una forte volontà di recuperare che darò, come vedremo, frutti molto positivi a partire dai primi anni ottanta.

Permanendo molto grave la crisi della sala cinematografica (che per tentare un ultimo rilancio era nel frattempo stata ceduta in affitto al cinema Accademia di Pontassieve quasi senza risultati apprezzabili), i consiglieri si impegnarono molto nella rifondazione del complesso bandistico che fra l'altro è una delle clausole statutarie fondamentali per mantenere attiva l'Associazione. Si costituì una scuola di musica che aveva lo scopo di riaccostare i giovani all'attività musicale. Essa fu molto ben organizzata grazie anche all'apporto indispensabile dei soci musicanti che si prodigarono molto nell'insegnamento ottenendo un risultato decisamente buono. Gli iscritti furono molti grazie anche al contributo attivo della scuola elementare e media di Molino del Piano; anche una maestra elementare fu impegnata a seguire i ragazzi nei primi passi dell'apprendimento musicale con delle lezioni che si svolgevano nella sede sociale. Parteciparono a quei corsi anche delle ragazze che fino ad allora non avevano mai fatto parte della banda e si può dire che in definitiva, se si esclude qualche defezione sempre possibile, quasi tutti gli allievi confluirono nel rinnovato organico bandistico. Il successo dell'operazione ebbe, come è facile immaginare, riscontri positivi tanto che il consiglio venne incoraggiato ad andare avanti.

Anche se memori della festa del 1961, che come abbiamo visto per gli aspetti economici non fu del tutto positiva, fu deciso di organizzare nel 1979 la festa sociale sfruttando al meglio il momento ancora favorevole all'impegno sociale della popolazione. Il risultato non era assolutamente scontato e il Consiglio cercò di superare eventuali difficoltà organizzative decentrando nei vari circoli locali, una parte delle iniziative. La festa denominata Musica in Piazza vide il coinvolgimento non solo dei singoli paesani (di notevole effetto furono gli addobbi in tutte le vie di Molino del Piano), ma anche di tutte le altre realtà associative dove ognuna contribuì alla manifestazione in vari modi.

L'iniziativa si concluse con un deciso successo sia di natura economica (portando sostentamento all'associazione), che dal punto di vista sociale (il paese aveva partecipato globalmente) tanto da dare un segnale chiaro per l'organizzazione delle successive.

Per alcuni anni la festa si svolse nella centrale Piazza Don Milani mantenendo le stesse caratteristiche unitarie della prima; anche la banda rimase influenzata da questo clima tanto che in seguito venne diretta da un maestro professionista raggiungendo il massimo risultato sia come numero di musicanti sia come repertorio musicale che venne apprezzato e richiesto anche per manifestazioni fuori dal paese.

Nella seconda metà degli anni ottanta l'Associazione si trovò a fronteggiare problematiche che fino ad allora non si erano mai presentate riguardanti l'adeguamento alle nuove normative sull'agibilità dei locali pubblici riferite alla sala cinematografica. Arrivarono le prime multe legate alle disposizioni legislative per la sicurezza dei locali pubblici che costrinsero il Consiglio a sospendere ogni attività.

L'adeguamento alle normative risultò molto oneroso (soprattutto il rifacimento totale del vecchio impianto elettrico) e rese un bilancio fino ad allora discreto, nuovamente precario. Il Consiglio non decise per un declassamento del locale ma fece iniziare tutti i lavori necessari a rendere alla popolazione una sala perfettamente regolare secondo le normative vigenti all'epoca. Furono affrontate spese non indifferenti che portarono alla paralisi di tutte le attività; anche la banda subì sorte analoga non avendo più disponibile un locale per le prove. Nel tentativo di reperire i fondi necessari alla gestione dell'Associazione e per mancanza di forze, fu deciso di effettuare la festa sociale negli spazi già utilizzati dalle varie manifestazioni politiche del paese con esiti non troppo soddisfacenti sia dal punto di vista finanziario che organizzativo.

Terminati i lavori di ristrutturazione del locale, tornato agibile solo in parte per il susseguirsi di ulteriori normative riguardanti la struttura in legno del tetto, verso la fine degli anni Ottanta, il Consiglio decise di ricomporre il corpo bandistico sciolto per il lungo periodo di inattività il quale ricominciò a garantire i servizi nel paese.

Nel Marzo 1989 il Consiglio promosse un questionario rivolto alla cittadinanza nel tentativo di capire quali potevano essere le nuove esigenze del paese al fine di proporre uno spazio ancora stimolante, ma soprattutto per sapere dalla popolazione cosa realmente pensava di quell'Associazione che per tanti anni aveva operato e in quel momento si trovava a riprendere le attività dopo un lungo periodo di silenzio. Nonostante che la diffusione delle schede del questionario fu effettuata nelle sedi dei centri politici, commerciali e religiosi la partecipazione non fu molto soddisfacente tanto che rispose soltanto una piccola parte del paese. Dall'analisi di quei risultati emerse comunque un dato incoraggiante perché l'Associazione aveva mantenuto la sua caratteristica paesana: un'associazione cioè non partitica e che si occupasse dello sviluppo sociale della cittadinanza.

Tra le varie iniziative che venivano richieste rimaneva importante la presenza della banda musicale e del cinema; alle già tradizionali attività se ne aggiungevano altre di varia natura come: attività teatrali, viaggi in occasione di manifestazioni artistiche e particolare attenzione alla diffusione della cultura dell'ambiente. Proprio in base a tali nuovi stimoli, si costituì nel 1990 un gruppo teatrale denominato Lo Spiffero dove giovani di varia estrazione lavorarono insieme per la realizzazione di una serie di spettacoli rappresentati poi all'interno della sede nelle varie feste paesane.

Nel 1991 si assiste, contrariamente ad una tendenza di disimpegno verso le varie forme associative del resto tipica dell'attuale società, ad un rinnovamento dell'organico del Consiglio. Nuove energie alimentano quei propositi dello statuto rivolti a creare nuovi spazi aggregativi al di là di oramai sterili e superate barriere, per discutere in modo più aperto le problematiche della comunità. Per questo motivo, l'Associazione si è fatta portavoce del paese nella gestione della problematica relativa alla costruzione del nuovo ripetitore televisivo sostituendo le funzioni non giuridiche del comitato tra cittadini. Inoltre, per affrontare la problematica relativa alla sospensione della scuola media di Molino del Piano, un gruppo di genitori costituitosi a comitato ha scelto i locali della Filarmonica come punto operativo per organizzare tutte le azioni necessarie alla tutela del diritto all'istruzione.

Per capire come realmente dovrebbe essere utilizzata questa associazione, si può citare a titolo di esempio come alcuni giovani del paese si siano impegnati nel ristrutturare lo spazio all'aperto della sede (ex cinema) rimasto inutilizzato per vari anni permettendone il recupero, ma nello stesso tempo creandosi uno spazio proprio dove poter svolgere qualsiasi attività creativa.Nell'ambito di quest'idea, si sono costituiti alcuni corsi per la diffusione della cultura musicale: uno per pianoforte rivolto ai ragazzi che frequentano le scuole elementari, l'altro di chitarra per adulti; anche se non direttamente finalizzati alla introduzione degli allievi nel corpo bandistico, rimangono comunque importanti per offrire quelle nuove opportunità di incontro, soprattutto fra i giovani, di cui c'è sempre un bisogno crescente.

Dai primi mesi del 1992, anche la banda, la quale fino a poco tempo fa rappresentava una realtà importante e ben radicata nel nostro territorio, si è rinnovata rimanendo sempre banda musicale, ma con risvolti nuovi ed attuali, capace di svolgere un servizio perfettamente inerente alle esigenze culturali del momento e continuando ad offrire a molti strumentisti dilettanti un organico che permette loro di realizzare le proprie aspirazioni musicali.

Attraverso questa lettura, speriamo di aver aiutato a comprendere la storia di 132 anni di attività di questa Associazione che, nonostante tutte le difficoltà passate ed in parte ancora da superare, continua la propria vita fatta di persone che con il loro contributo disinteressato e stimolati dagli scopi del suo statuto l'hanno mantenuta fino ad oggi. Vogliamo concludere augurandoci che se gli anni in cui nacque l'Associazione furono caratterizzati dall'unità d'Italia, i prossimi siano protagonisti di una maggiore unità tra la popolazione.



 
Filarmonica G. Puccini Via della Costa 1 
50065 Molino del Piano - Firenze
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