Si presume che la popolazione di Molino del Piano, intorno al 1860, fosse
quasi completamente dedita ad attività agricole, condizione del resto simile
a borghi rurali dell'Italia centrale. Quasi tutte le attività si svolgevano
nel paese o in zone limitrofe, scarse erano le comunicazioni; si trattava
fondamentalmente di una società chiusa con condizioni di vita molto dure
caratterizzate da lavori pesanti e dalla mancanza di istruzione.
La fondazione della società filarmonica "G. Puccini" venne
favorita quindi da un contesto sociale in cui era forte la spinta al ritrovo
ed alla comunione e questi elementi contribuirono a formare una realtà
associativa diversa da quelle che già esistevano in quegli anni. Purtroppo
per mancanza di documentazione non possiamo affermare con certezza quale era
la sua forma iniziale e quali i suoi principi ma attraverso il primo statuto
a noi pervenuto leggiamo:
Art. 1 Nel 1860 fu costituita in Molino del Piano, una società
filarmonica sotto la denominazione Società Filarmonica G. Puccini, avente
scopo ricreativo culturale ed assistenziale, in casi di riconosciuta
necessità...
Se ne deduce quindi che fin dalla fondazione l'associazione prevedesse
anche momenti di assistenza rivolti soprattutto alla comunità Paesana. La
musica fu comunque la principale attività della neonata associazione ma,
soprattutto fu un importante punto di riferimento e di divertimento per la
gente di allora. La prima sede era situata in una stanza nella via principale
del paese dove si svolgevano le prove del corpo bandistico. Per i membri del
corpo bandistico il suonare uno strumento poteva anche significare, oltre che
al bisogno di sentirsi uniti, una forma di riscatto dalle condizioni che
caratterizzavano la vita di allora.
I primi anni del '900 furono segnati da eventi cruciali della storia
contemporanea la cui eco giungerà lentamente anche nelle parti più
periferiche delle nazioni europee: lo scoppio della rivoluzione d'Ottobre
nella attuale CSI, la prima guerra mondiale, l'avvento del Fascismo. Anche se
questi eventi arrivarono ad influenzare la vita del paese, rimaneva ancora
forte lo spirito di organizzazione e la voglia di creare spazi sempre più
ampi per il divertimento collettivo. E' in questo periodo che la sede sociale
fu trasferita in Via della Torre, 7 dove oltre a gestire l'attività del corpo
bandistico la Società organizzava serate danzanti con complessi musicali che
venivano da paesi limitrofi e, visto l'esito positivo di queste
manifestazioni, il passo successivo fu quello di avere una sede propria
capace di accogliere un numero sempre maggiore di persone. Negli anni venti,
iniziarono i lavori per la realizzazione del nuovo locale; il terreno fu atto
di una donazione ed i soci vi lavorarono in un clima di grande solidarietà
sfruttando la manodopera dei paesani dove ciascuno contribuiva con le proprie
capacità.
L'avvento del Fascismo si fece sentire anche nel paese ed il locale venne
ultimato in un clima assai diverso da come lo si era iniziato, Il partito
Fascista si impossessò del locale costituendovi la sua sede ufficiale- (sede
del fascio), e costruì la scalinata esterna dando al locale l'aspetto
definitivo precedente all'ultimo ampliamento.
A partire dal periodo fascista e per tutto il secondo conflitto mondiale,
l'attività dell'Associazione cessò del tutto per poi riprendere nel 1945 con
la stesura del nuovo statuto. Dai verbali delle assemblee di allora si
apprende che il nuovo consiglio si trovò a ricostruire l'Associazione in
quanto tutti i documenti preesistenti, (compreso il primo statuto) erano
andati distrutti.
Lo statuto del 1945 è senza dubbio un documento interessante e
rileggendolo a distanza di anni si nota che il Consiglio che vi lavorò
ispirato da quella forte idea di rinascita, abbia dato prova di lungimiranza
tanto che gli scopi ispiratori di allora valgono anche a distanza di così
tanto tempo; a tale proposito citiamo l'articolo N°l:
E' costituita in Molino del Piano una Associazione avente scopo
ricreativo, culturale, assistenziale con carattere nettamente apolitico e la
costituzione ed il mantenimento di un complesso bandistico
Con la voglia di lasciarsi alle spalle la guerra e con essa l'assurda
ferocia di quegli anni, il nuovo consiglio ritornò nel locale fortunatamente
rimasto intatto dopo il conflitto. Oltre alla banda che riprese l'attività
con rinnovata partecipazione, l'Associazione riprese anche le proiezioni
cinematografiche già iniziate per un breve periodo prima della guerra. Il
cinema stava per vivere il suo momento d'oro e anche la Filarmonica ne fu
positivamente influenzata al punto che fu necessario prenotare i posti con
largo anticipo rispetto alla serata di proiezione ma nonostante questo, data
l'eccezionale frequenza, alcuni spettatori si portavano le sedie da casa.
Come è logico ritenere fu un periodo di floridezza economica grazie alla
quale nel 1949 il consiglio decise l'ampliamento del locale aggiungendo al
vecchio stabile la sala bar, la biglietteria e la nuova cabina di proiezione
doppio uso: sia per proiezioni interne sia per proiezioni esterne durante il
periodo estivo. Nella parte esterna fu realizzato un cinema all'aperto
utilizzando lo spazio precedentemente adibito a pallaio. Dal dopoguerra in
poi fino alla fine degli anni'50
l'Associazione ebbe un peso rilevante nella vita
paesana e per questo non riuscì a rimanere estranea a condizionamenti
politici, fondamentalmente però la sua identità, se ne fu intaccata, non ne
fu stravolta; al contrario, emergeva una spiccata richiesta di autonomia
anche nei confronti di altre realtà associative le quali si erano nel
frattempo sviluppate. La Cooperativa di consumo, ad esempio, avanzò la
proposta di costruire un ambiente unico dove svolgere tutte le attività
paesane, ma in sede consigliare prevalse un rifiuto a suddetta unione, rifiuto
dettato anche dall'attaccamento alla propria sede, infatti tutti i tentativi
in seguito fatti per nuovi spostamenti hanno sempre incontrato una forte e
decisa opposizione da parte dei membri del Consiglio.
Verso la fine degli anni '50 la situazione mutò rapidamente nel segno dei
tempi nuovi. La diffusione della televisione, determinerà con l'andare del
tempo quel cambiamento di costume maggiormente responsabile della crisi del
cinema; di tale situazione ne risentiranno in maniera particolare le sale
cinematografiche dei piccoli centri.
Alla fine del secondo conflitto mondiale il Consiglio si trovò nella
condizione di dover riacquistare il locale dallo Stato poiché tutti i beni
del partito Fascista erano passati di proprietà all'intendenza di finanza.
Nel 1959, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, venne
autorizzata la vendita ... in favore della Società Filarmonica del fabbricato
demaniale per essere destinato in perpetuo a sede della Società stessa per
l'attuazione delle sue finalità assistenziali, educative, ricreative. Nel
caso di inadempimento delle predette clausole lo Stato si sarebbe ripreso
possesso dell'immobile. Il prezzo per il riacquisto fu fissato in Lit.
3.500.000, da pagarsi in dieci rate annuali.
E' doveroso ricordare che questa operazione fu possibile grazie al
sostegno finanziario personale del Presidente di allora il quale anticipo'
una congrua somma che gli fu restituita negli anni successivi.
Nel 1961, con l'occasione di festeggiare i primi cento anni di vita della
Società, fu inaugurata la sede sociale ritornata in possesso della
popolazione. La festa si svolse al cospetto di autorità civili, militari e
religiose con la donazione della Bandiera Tricolore da parte della Società
alla locale stazione dei Carabinieri. La manifestazione rappresentò il
momento culminante della Società, ma dal punto di vista finanziario non portò
benefici anzi, proprio perché ottimamente riuscita, necessitò di molti
investimenti a cui non fece seguito un adeguato rientro. Ad aggravare la
situazione si aggiunse la perdita di attrattiva che esercitava nei confronti
della gente il cinema il quale era diventato la colonna portante nei bilanci
della Società in quegli anni.
La fine degli anni sessanta è senza dubbio uno dei momenti più difficili
e anche se il consiglio riuscì, con l'aiuto delle varie associazioni ad
acquistare finalmente il locale, era cessata del tutto quella spinta
propulsiva che aveva caratterizzato la vita della Società negli anni passati.
Questa situazione si protrarrà fino alla fine degli anni settanta, infatti,
venendo a mancare l'apporto della sala cinematografica, anche la banda
musicale si indebolì in modo costante e vennero assicurati soltanto i servizi
in paese in occasioni delle tradizionali ricorrenze, i quali si effettuarono anche
con l'apporto di musicanti esterni non senza notevoli difficoltà di
reperimento. il corpo bandistico si ridusse a pochi elementi per arrivare
infine a non poter garantire una presenza musicale nelle manifestazioni
paesane.
Nel Gennaio 1978 l'assemblea
dei soci deliberò il rinnovo dello statuto sociale e pur restando
fondamentalmente fedele a quello precedente venne aggiunto un nuovo articolo
il quale donò all'Associazione un ruolo in più di riferimento per il paese:
... Avanzare proposte all'ente pubblico e partecipare attivamente alle
forme decentrate di gestione democratica del potere per un adeguata politica
del territorio e per la utilizzazione e gestione sociale degli impianti e
delle istituzioni culturali, turistiche, sportive, ricreative poste in essere
dall'ente locale...
Favorito dal contesto storico in cui operava, caratterizzato da una nuova
spinta aggregativa, il consiglio fu portatore di un rinnovato impegno e di
una forte volontà di recuperare che darò, come vedremo, frutti molto positivi
a partire dai primi anni ottanta.
Permanendo molto grave la crisi della sala cinematografica (che per
tentare un ultimo rilancio era nel frattempo stata ceduta in affitto al
cinema Accademia di Pontassieve quasi senza risultati apprezzabili), i
consiglieri si impegnarono molto nella rifondazione del complesso bandistico
che fra l'altro è una delle clausole statutarie fondamentali per mantenere
attiva l'Associazione. Si costituì una scuola di musica che aveva lo scopo di
riaccostare i giovani all'attività musicale. Essa fu molto ben organizzata
grazie anche all'apporto indispensabile dei soci musicanti che si prodigarono
molto nell'insegnamento ottenendo un risultato decisamente buono. Gli
iscritti furono molti grazie anche al contributo attivo della scuola elementare
e media di Molino del Piano; anche una maestra elementare fu impegnata a
seguire i ragazzi nei primi passi dell'apprendimento musicale con delle
lezioni che si svolgevano nella sede sociale. Parteciparono a quei corsi
anche delle ragazze che fino ad allora non avevano mai fatto parte della
banda e si può dire che in definitiva, se si esclude qualche defezione sempre
possibile, quasi tutti gli allievi confluirono nel rinnovato organico
bandistico. Il successo dell'operazione ebbe, come è facile immaginare,
riscontri positivi tanto che il consiglio venne incoraggiato ad andare
avanti.
Anche se memori della festa del 1961, che come abbiamo visto per gli
aspetti economici non fu del tutto positiva, fu deciso di organizzare nel
1979 la festa sociale sfruttando al meglio il momento ancora favorevole
all'impegno sociale della popolazione. Il risultato non era assolutamente
scontato e il Consiglio cercò di superare eventuali difficoltà organizzative
decentrando nei vari circoli locali, una parte delle iniziative. La festa
denominata Musica in Piazza vide il coinvolgimento non solo dei singoli
paesani (di notevole effetto furono gli addobbi in tutte le vie di Molino del
Piano), ma anche di tutte le altre realtà associative dove ognuna contribuì
alla manifestazione in vari modi.
L'iniziativa si concluse con un deciso successo sia di natura economica
(portando sostentamento all'associazione), che dal punto di vista sociale (il
paese aveva partecipato globalmente) tanto da dare un segnale chiaro per
l'organizzazione delle successive.
Per alcuni anni la festa si svolse nella centrale Piazza Don Milani
mantenendo le stesse caratteristiche unitarie della prima; anche la banda
rimase influenzata da questo clima tanto che in seguito venne diretta da un
maestro professionista raggiungendo il massimo risultato sia come numero di
musicanti sia come repertorio musicale che venne apprezzato e richiesto anche
per manifestazioni fuori dal paese.
Nella seconda metà degli anni ottanta l'Associazione si trovò a
fronteggiare problematiche che fino ad allora non si erano mai presentate
riguardanti l'adeguamento alle nuove normative sull'agibilità dei locali
pubblici riferite alla sala cinematografica. Arrivarono le prime multe legate
alle disposizioni legislative per la sicurezza dei locali pubblici che
costrinsero il Consiglio a sospendere ogni attività.
L'adeguamento alle normative risultò molto oneroso (soprattutto il
rifacimento totale del vecchio impianto elettrico) e rese un bilancio fino ad
allora discreto, nuovamente precario. Il Consiglio non decise per un
declassamento del locale ma fece iniziare tutti i lavori necessari a rendere
alla popolazione una sala perfettamente regolare secondo le normative vigenti
all'epoca. Furono affrontate spese non indifferenti che portarono alla
paralisi di tutte le attività; anche la banda subì sorte analoga non avendo
più disponibile un locale per le prove. Nel tentativo di reperire i fondi
necessari alla gestione dell'Associazione e per mancanza di forze, fu deciso
di effettuare la festa sociale negli spazi già utilizzati dalle varie
manifestazioni politiche del paese con esiti non troppo soddisfacenti sia dal
punto di vista finanziario che organizzativo.
Terminati i lavori di ristrutturazione del locale, tornato agibile solo
in parte per il susseguirsi di ulteriori normative riguardanti la struttura
in legno del tetto, verso la fine degli anni Ottanta, il Consiglio decise di
ricomporre il corpo bandistico sciolto per il lungo periodo di inattività il
quale ricominciò a garantire i servizi nel paese.
Nel Marzo 1989 il Consiglio promosse un questionario rivolto alla
cittadinanza nel tentativo di capire quali potevano essere le nuove esigenze
del paese al fine di proporre uno spazio ancora stimolante, ma soprattutto
per sapere dalla popolazione cosa realmente pensava di quell'Associazione che
per tanti anni aveva operato e in quel momento si trovava a riprendere le
attività dopo un lungo periodo di silenzio. Nonostante che la diffusione
delle schede del questionario fu effettuata nelle sedi dei centri politici,
commerciali e religiosi la partecipazione non fu molto soddisfacente tanto
che rispose soltanto una piccola parte del paese. Dall'analisi di quei
risultati emerse comunque un dato incoraggiante perché l'Associazione aveva
mantenuto la sua caratteristica paesana: un'associazione cioè non partitica e
che si occupasse dello sviluppo sociale della cittadinanza.
Tra le varie iniziative che venivano richieste rimaneva importante la
presenza della banda musicale e del cinema; alle già tradizionali attività se
ne aggiungevano altre di varia natura come: attività teatrali, viaggi in
occasione di manifestazioni artistiche e particolare attenzione alla
diffusione della cultura dell'ambiente. Proprio in base a tali nuovi stimoli,
si costituì nel 1990 un gruppo teatrale denominato Lo Spiffero dove giovani
di varia estrazione lavorarono insieme per la realizzazione di una serie di
spettacoli rappresentati poi all'interno della sede nelle varie feste
paesane.
Nel 1991 si assiste, contrariamente ad una tendenza di disimpegno verso
le varie forme associative del resto tipica dell'attuale società, ad un
rinnovamento dell'organico del Consiglio. Nuove energie alimentano quei
propositi dello statuto rivolti a creare nuovi spazi aggregativi al di là di
oramai sterili e superate barriere, per discutere in modo più aperto le
problematiche della comunità. Per questo motivo, l'Associazione si è fatta
portavoce del paese nella gestione della problematica relativa alla
costruzione del nuovo ripetitore televisivo sostituendo le funzioni non
giuridiche del comitato tra cittadini. Inoltre, per affrontare la
problematica relativa alla sospensione della scuola media di Molino del
Piano, un gruppo di genitori costituitosi a comitato ha scelto i locali della
Filarmonica come punto operativo per organizzare tutte le azioni necessarie
alla tutela del diritto all'istruzione.
Per capire come realmente dovrebbe essere utilizzata questa associazione,
si può citare a titolo di esempio come alcuni giovani del paese si siano
impegnati nel ristrutturare lo spazio all'aperto della sede (ex cinema)
rimasto inutilizzato per vari anni permettendone il recupero, ma nello stesso
tempo creandosi uno spazio proprio dove poter svolgere qualsiasi attività
creativa.Nell'ambito di quest'idea, si sono costituiti alcuni corsi per la
diffusione della cultura musicale: uno per pianoforte rivolto ai ragazzi che
frequentano le scuole elementari, l'altro di chitarra per adulti; anche se
non direttamente finalizzati alla introduzione degli allievi nel corpo bandistico,
rimangono comunque importanti per offrire quelle nuove opportunità di
incontro, soprattutto fra i giovani, di cui c'è sempre un bisogno crescente.
Dai primi mesi del 1992, anche la banda, la quale fino a poco tempo fa
rappresentava una realtà importante e ben radicata nel nostro territorio, si
è rinnovata rimanendo sempre banda musicale, ma con risvolti nuovi ed
attuali, capace di svolgere un servizio perfettamente inerente alle esigenze
culturali del momento e continuando ad offrire a molti strumentisti
dilettanti un organico che permette loro di realizzare le proprie aspirazioni
musicali.
Attraverso questa lettura, speriamo di aver aiutato a comprendere la
storia di 132 anni di attività di questa Associazione che, nonostante tutte
le difficoltà passate ed in parte ancora da superare, continua la propria
vita fatta di persone che con il loro contributo disinteressato e stimolati
dagli scopi del suo statuto l'hanno mantenuta fino ad oggi. Vogliamo
concludere augurandoci che se gli anni in cui nacque l'Associazione furono
caratterizzati dall'unità d'Italia, i prossimi siano protagonisti di una
maggiore unità tra la popolazione.
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